Il giorno del lancio di Spotify in Italia, MAI avrei pensato di poter scrivere di altro, se non quanto sia fico usarlo e quanto vi assuefarete tutti. Se ieri alle 10.00 mi avessero detto che “L’altro” di cui avrei scritto sarebbe stato l’argomento del momento e probabilmente del decennio (del secolo mi sembra esagerato): il Papa e le sue dimissioni, avrei sghignazzato per una mezz’ora. Invece è andata così. Parlerò proprio di questo.
Premessa: sono un’atea praticante, negli anni divenuta tollerante nei confronti della Chiesa; guardo i cattolici con benevolenza e un pizzico d’invidia; sono discretamente ignorante sulla storia pontificia e quindi tutto quello che segue è una riflessione mia personale e potrebbe essere un cumulo di cazz…vabè, capito.
Essendo aquilana, so bene che L’Aquila vanta di aver avuto la prima Porta Santa del mondo (che è bellissima), voluta da Pietro da Morrone – il Celestino V del gran rifiuto dantesco e della canzone di De Gregori. Quindi a L’Aquila ci sono le spoglie dell’unico – prima dell’attuale Papa – ad aver rinunciato al pontificato. Diciamo che ce la siamo sempre sentita calla per questo e ora arriva il Benedetto XVI [non fate i Mike, si legge: sedicesimo] e ci toglie l’unicità in materia! Scandalo! «Papa dimettiti!» direbbero i grillini – Ah no! E’ proprio questo il problema.
In mezz’ora ieri si è scatenato l’inferno, com’è appropriato che sia. Un vero mezzogiorno di fuoco. Tweet, messaggi, opinioni, prese in giro, foto…è stato divertentissimo. Aaahhh! Per fortuna siamo precari e disoccupati, altrimenti ci saremmo persi tutto questo ben di Dio (ops)!
Passate le prime 24 ore possiamo affermare con certezza che: è vero, il Papa si è realmente dimesso; si può fare, è un atto previsto dal codice canonico ed in ultimo la frase “morto un papa, se ne fa un altro” non è sempre valida – donne lasciate di tutto il mondo: disperatevi! Bigami di tutto il mondo: gioitene!.
Mi soffermerò su pochi punti, quelli che mi hanno colpita sin da subito. Più dell’atto in sè, sono state le motivazioni addotte ad aver suscitato in me una sincera approvazione nella scelta del Pontefice. «…è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato».
Andreotti? Berlusconi? Senatori a vita? Vi è appena stato consegnato un sonoro schiaffo morale, direttamente dallo scranno più alto dello Stato Vaticano. Vi sia d’insegnamento: eleganza nel saper essere anziani, nell’ammettere che in questa fase della vita si è meno forti, meno vigorosi, meno machi, meno attaccati alla poltrona seppur papale, meno, insomma…SOTTRAZIONE.
Ma gli insegnamenti non sono solo per la classe politica italiana, anche la Chiesa e i credenti dovranno imparare qualcosa: Papa Giovanni Paolo II…? Cattolici ortodossi che dite che la croce va portata fino al fine vita? Voi che avete fatto scempio delle vicende di Eluana Englaro e Piergiorgio Welby? Vi è appena stato dimostrato che le scritture vanno interpretate e attualizzate. Che il capo della Chiesa cattolica, il Capo dello Stato Vaticano, non ha bisogno di deambulare sbavando in giro per il mondo per costringere gli altri ai sensi di colpa, ma deve guidare i propri fedeli (e non catechizzare chi non vuole) su tematiche molto più alte e importanti e dev’essere forte, dev’essere un capo. DIGNITA’ del corpo e quindi dello spirito.
Un altro aspetto che ho particolarmente gradito è stata la precisione con la quale ha segnato la fine del suo manato: il 28 febbraio 2013 alle ore 20.00. Non prima, nè dopo. Mi piace questo rigore, corrispondente al carattere che ha sempre mostrato di avere. Da quel dato momento non sarà più il Papa, punto. COERENZA
Restano infine una certezza e un dilemma: Benedetto XVI è di sicuro l’unico Papa che è stato visto con sospetto appena eletto -perchè meno (fintamente) buono e più distaccato del suo predecessore- e sarà visto con sospetto alla fine del suo mandato. Come se tutto il polverone (di cui io non ho parlato) fatto di polemiche, idee più o meno complottistiche, congetture fantasiose, ecc… non bastasse, il mondo cattolico si ritroverà in una posizione singolare, anzi decisamente plurale: DUE PAPI, uno in carica e lui che sarà vivo e immagino continuerà a interessarsi delle vicende della Chiesa che ha guidato. Alla faccia del monoteismo! Come ci si comporterà con un papa in pensione? Vedremo…
Di certo c’è che quel che accadrà nelle prossime settimane – tra elezioni sacre e profane – cambierà, forse neanche troppo, il volto dell’Italia. Roma avrà un evidente sovraffollamento di giornalisti (buono per gli albergatori), ci sarà qualche matto che urlerà alla fine del mondo e a marzo, quando io andrò a passare un week end di respiro a Milano, tutto sarà già tornato apposto. Come prima forse no, ma apposto.
Chissà, forse stavolta ci sarà davvero…chi? Il PAPA NERO.
P.S. Moretti, La prego: il prossimo film potrebbe farlo su una ragazza, che chiameremo Agnese, che vive in una città terremotata del centro Italia e le arriva una proposta per cui inizia a viaggiare per il mondo, scrivendo di quello che vede e vive in prima persona e si conclude con un BEL colpo di scena per cui si stabilizza in un loft a Manhattan? Grazie.