La Zarina presents: The Gaia Bracco’s Black Pope (and something about this).

Antefatto: Correva l’anno duemilaequalcosa – 2006 credo – e su MTV QOOB TV [MTV ovvero quel canale che ora fa schifo ma nello scorso decennio era ancora godibile e stimolante ndr] apparve per la prima volta un cortometraggio destinato a restare per sempre impresso nella mia memoria (e ritengo dovrebbe esserlo nella memoria collettiva).
PAPA NERO (The Black Pope, 2001, animazione – menzione speciale della Giuria presso Cinecittà Internet Film Festival e Casteggio Cinema 2002, trasmesso da LA 7, oltre che su MTV QOOB TV)
Immaginatemi, all’epoca dei fatti narrati, come una post adolescente anticlericale e oltranzista. Ci vuole poco a capire che è stato più che sufficiente il suo minuto di durata ed ero già conquistata da Papa Nero.
Inizio così a raccontare di questo corto a chiunque mi capitasse a tiro, un po’ per testare se l’avessero visto anche altri e un po’ per raccontarne la trama. Delusa dai magri risultati [credo che mentre io ero lì, davanti a Mtv, i miei amici e conoscenti si stessero ammazzando di canne e luci stroboscopiche] decido di rassegnarmi.
Passo qualche anno a cantare Shine on you Crazy Diamond e High Hopes finchè un bel giorno, navigando e googlando: EUREKA! Finalmente lo trovo pubblicato su Youtube, canale gaiezza, a cui mi sono immediatamente iscritta.
Scopro così che la creatrice di quel corto che tanto avevo amato, si chiama Gaia Bracco: disegnatrice e autrice di corti d’animazione, tavole e sketch; ha vissuto qualche anno negli States (cosa che ha acuito in me il fascino) e dulcis in fundo, è anche un’ottima cuoca.

Ai giorni nostri (sì, l’antefatto è lunghissimo):
Un mese e mezzo fa, passando quasi casualmente sul sito della mia ospite, decido di contattarla e chiederle se era disponibile a farsi una chiacchierata informale con me ed entrare a far parte di questo mio piccolo blog. Lei, da subito disponibile, mi anticipa che le mancano pochi giorni per terminare la versione HD proprio di The Black Pope e mi chiede di attendere.
“E’ perfetto!”  – penso.
Ora. E’ passato tanto tempo, nel mentre ho cambiato “casa” al blog – con tutto quello che ne consegue – mi sono quindi occupata più di dare un nuovo taglio e respiro allo stesso e meno di scrivere. Con clamoroso ritardo e facendo ammenda: eccoci qui!
Innanzitutto Gaia: Qual è precisamente l’anno nel quale The Balck Pope è passato su Qoob Tv e come andò in quel caso? Non ricordo benissimo, ma credo fosse il 2006…andò in maniera molto casuale. Io ero entrata in contatto con un produttore di MTV ad un concorso – è passato un po’ di tempo – comunque, quello era un periodo interessante in cui ci si affacciava alla rete e c’era molta curiosità in Italia di capire, con l’avvento del digitale, cosa stesse accadendo tra i giovani filmaker o artisti…quali produzioni e idee nuove c’erano in giro. Era il periodo dell’esplosione di contenuti [l’invenzione di Youtube risale al 2005. ndr] e incontrando questa persona, seppi che MTV cercava dei video da lanciare, così mandai i miei corti (ne sono passati anche altri oltre Papa Nero) e MTV li mandò in onda.

I tuoi lavori, che ho spulciato sul tuo canale, sono abbastanza diversi tra loro, ma in comune hanno la capacità di essere brevissimi ed estremamente efficaci. – Si, mi piace andare al succo del racconto, non divagare e cogliere l’essenzialità, anche grafica. Hai mai avuto un Maestro o un ispiratore? No, in verità nessuno. Amo i lavori di tanti, come di Bruno Bozzetto e altri, mi sarebbe piaciuto molto avere un mentore, ma no, non posso dire di averne avuti.  Quando – se è successo – hai detto: “Ok, i miei lavori funzionano”? Sapevi già di essere brava o hai inziato a realizzare questi corti seguendo un’sipirazione o la casualità?  Ma io non sono brava. Ride (secondo me mente). Tutto è nato nel modo più semplice: ho realizzato i primi corti e mi sono resa conto che riscuotevano un certo successo, quindi ho proseguito. Mi piace e mi diverte raccontare brevi storie, trovare il lato buffo delle cose serie. Si, come nei Flowersesatto, tra gli altri. Ultime domande, giuro! (Nè io nè lei siamo abituate alle interviste e a tratti si percepisce un po’ di imbarazzo). Hai insegnato allo IED a Roma e alla Civica Scuola di Cinema di Milano, luoghi rinomati e importanti per la formazione, com’è stato il rapporto con gli studenti? Bello! Mi piace la creatività e la freschezza dei ragazzi, alcuni erano davvero davvero bravi. Mi interessa sapere ancora oggi che fanno, seguirli e sapere che vanno avanti e bene nei loro settori. Tornando su The Black Pope, quante minacce, insulti e rimproveri hai ricevuto da cattolici offesi dalla tua causticità? Pochi in verità, non è un video offensivo, o no? Il vero dramma è scattato per un altro video: KenShiro’s Death. Il popolo degli appassionati si è ribellato. Mi hanno mandato insulti, messaggi minatori…alcuni li puoi leggere tra i commenti della pagina. – Signori, è vero! Per il Papa Nero nessun problema, mentre per Ken Shiro Gaia stava rischiando il linciaggio!

Infine, appurato che la vicenda americana, di cui ero molto curiosa, riguarda la sfera privata e giustamente non-se-ne-parla-neanche, procedo con l’ultima domanda: la cucina! Quando ti sei appassionata all’arte culinaria e qual è il tuo piatto forte? In un momento di “crisi mistica” su me e il mio futuro, mi sono avvicinata alla cucina. Ho frequentato un corso a Roma – uno dei pochi che aveva un costo accessibile, che questi s***** fanno pagare tantissimo. Così l’ho seguito. Mi piace molto. Mi riescono bene un po’ di cose…così direi la pasta con le vongole o la Lasagna. Uhuh! Io adoro la Lasagna! Mi sveli un segreto per farla bene? Aggiungere un po’ di latte e un po’ di zucchero nel ragù, verrà un gusto più morbido. Grazie Gaia, è stato un piacere!


Il caffè non esiste

il caffè non esisteEccolo qua, fresco di pubblicazione sul loro sito ufficiale, l’ultimo (per ora) lavoro di Visioni Future, collettivo artistico nato dalla passione e professionalità di quattro giovani – sotto i 30 anni – aquilani, determinati a dimostrare che si possono realizzare lavori di alta qualità anche e soprattutto in provincia.

Il cortometraggio in questione “Il caffè non esiste”  vede alla regia Diego La Chioma, videomaker, fotografo e bassista; classe ’83, diplomato all’Accademia dell’Immagine di L’Aquila e da anni attivo nell’ambiente aquilano e romano. La sceneggiatura è di Matteo De Santis, classe ’84, un altro dei fab 4 del collettivo, che dopo la laurea in lettere si è specializzato nei corsi di regia e sceneggiatura di Sentieri Selvaggi (Roma).

Piccola chicca: la presenza nel cast dell’attore Alberto Di Stasio, noto al grande pubblico come Sergio, il produttore truffaldino di Boris.

Questo collettivo e l’idea di voler attrarre le eccellenze artistiche, nel settore dell’audiovisivo, nato in città, ha da subito stuzzicato la mia attenzione, quindi sono certa che tornerò a scrivere di loro e presentarvi i loro lavori.

Quello che segue è solo il trailer del corto, ma a breve spero di poter diffondere (oltre alla curiosità in merito) anche delle date di prossime proiezioni.

Buona visione, dunque e a presto.

Il caffè non esiste TRAILER from Diego La Chioma on Vimeo.

Una piccola discussione filosofica tra uno studente e il suo professore a proposito di una tesi strampalata e un caffè che non esiste.

Regia – Diego La Chioma
Interpreti – Alberto Di Stasio; Stefano Moretti; Andrette Lo Conte
Fotografia – Luca Cococcetta
Soggetto – Matteo De Santis
Sceneggiatura – Matteo De Santis; Diego La Chioma
Interpreti – Alberto Di Stasio; Stefano Moretti
Musiche – Stefano Milella
Montaggio – Diego La Chioma
Audio – Emanuela Cotellessa
Assistente alla regia – Stefano Ianni

Presentazione di un nuovo inserto del Blog

Sono almeno cinque giorni che cerco di mettermi giù a scrivere un bel post, che ho molto a cuore, ma non riesco ancora a trovare il tempo necessario da dedicarvi, il che ovviamente mi fa soffiare come un toro scatenato.
Penserete: “perchè mai tanta premura?” – Perchè a breve verrà pubblicato il primo post che inaugurerà una nuova e spero longeva serie del blog, dall’evocativo titolo “La Zarina presenta” (che il buon Alfred Hitchcock non mi maledica!).
In questa serie – non per forza affollata ma spero sempre ricercata e interessante – vi “presenterò” delle persone o dei luoghi che a mio modestissimo e insindacabile giudizio dovrebbero essere conosciuti e approfonditi dai più.
La mia prima intervista (su cui manterrò il più silente riserbo), che ad oggi ancora non sono riuscita a fare (!!! – no comment please), sarà postata nei prossimi giorni, pena…beh la morte no, ma una cucchiaiata di Nutella si – che per me è lo stesso.
However! Prima del post che tanto voglio scrivere, dovrò finire di lavorare sull’apertura del prossimo negozio di Natale di Emergency, che nella mia ridente cittadina post-sismica sarà aperto dall’8 al 24 dicembre e che in questi ultimi giorni ci sta impegnando molto (ma sarà bellissimo e ne sarò fiera, appena tutto sarà avviato).
Aggiungete a questo e altri impegni la sindrome da “no direction home” (malattia che colpisce un giovane italiano su due, che incerto sul suo futuro, ha il precariato come compagno di letto in un stanza non più grande di 20 mq); una cocente ma (ATTENZIONE) non recente delusione d’ammòre che continua a pungolare i miei sentimenti e non dimentichiamo lo stalker di qualche post fa, che aleggia intorno alla mia campana di vetro. VATUTTOBENEPERòEH!
E’ solo che al momento mi muovo come una cavalletta, che si credeva mantide religiosa, su un campo minato.

 

Va bene! Nonostante tutto (o il niente) vale sempre il mio motto, da cui è stato generato tutto questo ambaradan: WHERE THERE’S A WILL, THERE’S A WAY! Tutto il resto scivolerà sotto i miei stivali invernali o verrà coperto dal tempo atmosferico che è dalla mia parte e sì, a L’Aquila tra qualche ora o qualche giorno, nevicherà!