Louis Armstrong on “The Johnny Cash Show” – 1970

Buon compleanno Faber!

Faber_de_andréAscolto Fabrizio De André da quando ero nella pancia di mia madre e l’ho sempre, sempre e ossessivamente sempre ascoltato. Devo dire che, ancora oggi, ci sono degli album che conosco meno e alcune canzoni che mi ostino a non voler memorizzare, quasi per non “bruciare” tutte le nuove visioni del mondo che potranno insegnarmi; anche se da sempre – molto prima che ci lasciasse quel maledetto 11 gennaio 1999 – cerco di approcciarmi alla sua opera con un atteggiamento vagamente virginale, come se ogni volta fosse un po’ la prima che lo ascolto davvero.

Troppi sono i ricordi che mi legano alla sua musica e alle sue parole: imparai per prima Il Pescatore, a due o tre anni, andando in macchina verso casa dei nonni. Poi fu la volta de Il Suonatore Jones, che ho capito davvero forse vent’anni dopo, però intanto lui mi aveva già insegnato a pronunciare la parola “libertà” e ad immaginarla come la gonna di Jenny – che doveva essere proprio bella, quella gonna e quella Jenny, al ballo di tanti anni fa. Poi ci fu il periodo di amore folle per La Buona Novella che ascoltai – quasi esclusivamente – per tutto il 2001 e Storia di un impegato e Tutti Morimmo a stento…insomma! Come la maggior parte degli italiani che abbiano un animo, se non sensibile, almeno aperto alla possibilità di esserlo.

Oggi non andrò avanti a parlare di Faber perchè: Domine, non sum digna! – però, per festeggiare il suo compleanno, ho creato una playlist con 30 canzoni, praticamente quasi una per ogni mio anno di vita, due delle quali sono interpretate dai soli artisti che, a mio giudizio, posso permettersi di cantare De André, senza sembrare – loro sì – dei blasfemi: Franco Battiato e Morgan. Ve la lascio qui a fine post, starà a voi la scelta, se ascoltarla tutta o solo qualche brano, solo le canzoni che più amate. Mi aspetto che commentiate dicendo che ho dimenticato dei capolavori che proprio non avrei dovuto e che voi (e questo è certo, miei tredici lettori) avreste fatto molto meglio. Quindi linkate anche le vostre canzoni del cuore, che il vostro “pezzo di De André” qui troverà sempre un suo posto d’onore.

Tanti auguri Faber!

Playlist del viaggio in treno

Adoro viaggiare in treno. Adoro le stazioni e, quando ho tempo, adoro arrivare qualche ora prima della partenza per fermarmi a leggere un libro, seduta su una panchina o per osservare tutti quei riti tipici che riproducono le persone in viaggio. I volti delle coppie che si ritrovano o che si devono salutare…è così affascinante passare qualche ora nelle stazioni! Ti fa sembrare il mondo un posto migliore di quello che vedi, che so, alla cassa dell’Esselunga all’una di un lunedì di novembre, ecco.

I miei compagni immancabili di viaggio sono l’iPad (dal quale leggo i principali giornali), i libri – che ve lo dico a fare? – e tanta musica! Proprio di questa voglio parlare: della colonna sonora del viaggio in treno, dove bisogna solo sedersi e lasciarsi portare via. Da quando è arrivatro in Italia Spotify, con la possibilità di ascoltare facilmente la musica ovunque e su qualunque device, la gestione di tutti è stata infinitamente più semplice. La possibilità di creare delle playlist e aggiornarle nel momento stesso in cui le ascolti, è stato un bel passo avanti per scoprire nuovi autori o nuovi accostamenti musicali. Io ormai sono una vera addicted. Di solito inizio la creazione delle mie playlist da viaggio con musica che mi fa allontanare subito la mente dal mondo reale, musica che mi manda nell’iperuranio, per poi passare a quella un po’ più pesante fino ad arrivare alla delizia della classica e chiudere con i classiconi “on the road” e le canzoni francesi che tanto piacciono a me.

E voi che musica ascoltate, miei cari 13 lettori? All’inizio del viaggio preferite ldei brani potenti, con bassi e rullanti, o più soft, con archi e violoncelli? O il jazz? (Grande assente, assieme al blues di questa playlist, ma chissà nella prossima).

Bando alle chiacchiere: ecco a voi le mie 30 canzoni, dalle quali poi mi sposto, muovendomi per album, generi, assonanze e suggerimenti, fino alla stazione seguente, dove osserverò altri abbracci, altri sorrisi, altri saluti…e altre scale mobili non funzionanti e valige pesantissime! Ma questa è un’altra storia… 😉

Buon ascolto!

Il doodle di Rorschach. Tra arte, psichiatria e rock psichedelico.

Mr Google ci ricorda che oggi ricorre il 129esimo anniversario dalla nascita di Hermann Rorschach, noto psichiatra svizzero, conosciuto ai più per via delle famose tavole con macchie di inchiostro nero (o policromo) che hanno reso celebri i suoi studi, incentrati sull’indagine della personalità.
A quest’ora (12.20) sicuramente già molti di voi avranno sperimentato il nuovo doodle e per chi ancora non si è cimentato…che aspettate?
La mia immagine è stata la seguente:

Immagine

ed io ho visto chiaramente David Bowie con un mega colbacco deforme sulla testa e un piccolo teschio sulla fronte, come stemma.

Detto questo, non sapendo nulla di psichiatria e interpretazione del Rorschach, ho deciso di non preoccuparmi e ho pensato che Mr Hermann, in un attimo mi ha fatto venire voglia di godermi una super canzone, da condividere anche con voi, miei sparuti e incostanti lettori.

Solitude – Black Sabbath

My name it means nothing
My fortune is less
My future is shrouded
in dark wilderness
Sunshine is far away,
clouds linger on
Everything I possessed
now they are gone

O, where can I go to
and what can I do?
Nothing can please me
only thoughts are of you
You just laughted
when I begged you to stay
I’ve not stopped crying
since you went away

The world is a lonely place
you’re on your own
Guess I will go home
sit down and moan
Crying and thinking is all that I do
Memories I have remind me of you.

Levante – Alfonso

Poco tempo per scrivere in questi giorni, miei cari tredici lettori, ma vi penso spesso e rifletto molto sui prossimi passi da fare per me e per il mio blog.

Vi lascio questa splendida canzoncina (si fa per dire, canzoncina) della cantautrice siculo-torinese Levante, che descrive perfettamente il mio attuale stato d’animo – oltre che la mia notoria idiosincrasia per il divertirsi a tutti i costi che impazza sulla nostra generazione di festaioli precari e ubriachi.

Vi saluto dicendovi che sto facendo alcune cose molto carine in questi giorni, cose di cui vi parlerò con più calma, appena possibile.

Buon ascolto e a presto!
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THE WHIRLINGS – Bhairab Pond

Buon ascolto e buona estate!

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Left open the doors (of perception), please

E’ accaduto. Uno dei primi miti della mia infanzia, il cofondatore dei The Doors, la mia band del cuore, è morto. Ieri pomeriggio, all’età di 74 anni Ray Manzarek è spirato. Non oso scrivere l’ennesimo post/coccodrillo, pieno di informazioni rimbalzate di blog in blog, che ha appiattito il web, dopo la brutta notizia e garantisco che no, non pubblicherò The End proprio oggi a rimarcare la fine di un’epoca (che udite udite…è finita da un pezzo).

Io, che mi fregio di essere una loro vera fan, accanita e viscerale dal 1995 e senza mai interruzioni, io che ho letto moltissimo sui Doors, che ho ascoltato fino a esaurire le cassette prima e i cd poi, tutta la loro discografia, i loro live, le loro interviste, guardato ossessivamente i loro video, scritto -come ogni adolescente dell’epoca- i loro testi e le loro frasi…insomma io non farò altro che lasciarvi il link di un articolo di Rolling Stones Magazine [cliccate QUI] e un altro paio di video…che tanto ricapiterà che qui posterò loro canzoni, loro testi, loro interviste. Che tanto, vivi o morti, gli eroi non cambiano forma, restano immortali, giovani e fighi…e noi con loro, eternamente adolescenti.

Lasciate le porte aperte!

Corri! (A scaricare il nuovo singolo di Dargen D’Amico)

dargenE’ uscito ieri ed è bellissimo! Cosa? Continua a correre, il nuovo singolo di Dargen D’Amico feat. Andrea Nardinocchi, che precede di qualche settimana il nuovo (e da me attesissimo) album Vivere aiuta a non morire, la cui uscita è prevista per fine aprile [label Giada Mesi, distribuzione Universal].

continua a correreIl brano del nostro “cantautore rap” preferito è disponibile in download digitale su iTunes [Cliccate QUI, grazie] e a breve uscirà anche il video, anticipato da un teaser che potete già trovare su Youtube. Per chi scaricherà legalmente il singolo c’è un bel regalo: una versione speciale mixata da Zen Marque. Chi si nasconda dietro questo pseudonimo, non è dato saperlo (per ora) ma lo stesso Dargen ha scritto, nella sua pagina facebook che si tratta di “uno dei migliori produttori italiani che però ha preferito comparire con uno pseudonimo (che gli ho trovato io per pochi euro) per il timore di perdere clienti/street-credibility accostando il proprio nome al mio: è una storia vera”. – Infatti è una vera bomba.

Per chi fosse “in bolletta” o non volesse scaricarlo prima di averlo ascoltato, vi comunico che il singolo (senza remix) è già su Spotify e quindi potrete sfiziarvi lì, e farvi un’idea.

Fin qui ho scritto quello che qualsiasi altro sito – molto più accreditato di me – poteva dirvi, ma io da qui parto per spendere due righe in più sul tema trattato da questo bellissimo brano, tema a me molto caro: la violenza sulle donne.

E’ un brano questo che esce qualche settimana dopo il giorno di San Valentino, giorno nel quale qualcuno ha pensato bene di sparare alla propria fidanzata, uccidendola; brano che esce nel pieno di un’emergenza sicuramente non solo italiana, ma che qui sta prendendo una dimensione allarmante e dalle tinte che vanno molto oltre il fosco. Dargen ne parla, Riccardo Iacona ne parla, più o meno negli stessi giorni, ed entrambi lo fanno in modo esemplare. A me sta bene anche solo questo: che se ne parli e che ognuno, con i propri strumenti, sollevi il problema.
Ecco perchè ho scritto ancora di Dargen, a poca distanza dal mio primo post su un altro suo brano, perchè sarebbe bello se in tanti scaricassimo e ascoltassimo Continua a correre – che vi giuro, è bellissima- mentre aspettiamo l’uscita dell’album. Ascoltarla di tanto in tanto (non è una canzone leggera, com’è giusto che sia) e ricordarci di affrontare anche argomenti difficili da digerire, nella migliore tradizione rap.
Vi lascio con una frase estratta da Continua a correre:
“Questa è dedicata a ogni donna incattivita, dalla mantenuta alla trattenuta in cattività, non ti chiedo come ti sei fatta quella ferita, so che tanto non mi diresti la verità”.
P.S.:
dipartimento_pari_opportunita

Nostalgia Istantanea

Scrivo di getto, come il ritmo veloce di questo capolavoro. Scrivo veloce e piango. Questa pioggia è così pesante che nasce e muore in un istante.

Ascoltare questo pezzo mi ha quasi uccisa, pugno ben assestato sulla pancia e giù lacrimoni e sorrisi. La nostalgia istantanea, io la conosco bene.

…maneggiare la morte con cautela, va tutto bene, sì, ma non ci credo, non sai prendere la gioia alla leggera, un inguaribile pessimista arrampicato al settimo cielo, lungo una stecca di liquirizia grida “voglio un altro primo giorno di scuola…”

Il mio flusso di coscienza è stato annichilito dal suo. GENIO! Voi che leggete, fatevi prendere per mano e seguitelo, Dargen D’Amico, in questo viaggio onirico…nel suo racconto fantastico. Ma basta con le parole, non aggiungo altro. Domine, non sum digna!

Non sempre chi disprezza compra, spesso chi disprezza, disprezza e basta.

(Potete scaricare l’album QUI, trovare il testo del brano QUI e visitare il suo sito QUI).

P.S. & N.B La sua etichetta è Giada Mesi, ovvero l’etichetta che ha prodotto Andrea Nardinocchi, di cui avevo già proposto un brano in un mio vecchio post.

Nostalgia Istantanea